DERIVA CARDIACA E TEST DISACCOPPIAMENTO AEROBICO

Nel precedente articolo ho accennato al concetto di DERIVA CARDIACA: oggi vediamo da vicino di cosa si tratta e di come la si può utilizzare per valutare efficienza aerobica del nostro atleta.

La deriva cardiaca descrive la tendenza naturale e assolutamente fisiologica della frequenza cardiaca a crescere nel tempo durante uno sforzo, anche a parità di potenza erogata e quindi di energia richiesta al sistema energetico; le motivazioni principali di questo comportamento sono essenzialmente 4, anche se si sta discutendo ancora e il dibattito è aperto a nuove ipotesi:

  • aumento temperatura corporea e necessità di portare più sangue verso la periferia per facilitare la sudorazione e il conseguente abbassamento della temperatura interna

  • eccessiva disidratazione, data da scarso reintegro di acqua e/o condizioni di elevata temperatura esterna a cui si associa un’intensa sudorazione e relativo abbassamento del volume ematico: diminuendo la gittata sistolica (volume di sangue espulso ad ogni contrazione cardiaca), il cuore compenserà battendo con maggiore frequenza per mantenere la gittata cardiaca (volume di sangue espulso in un minuto)

  • diminuzione delle scorte di glicogeno e maggior utilizzo degli acidi grassi, che necessitano di maggior quantità di ossigeno per produrre la medesima energia degli zuccheri, obbligando il cuore a battere più velocemente

  • generale stanchezza del sistema neuro-muscolare con diminuzione dell’efficienza del sistema e richiesta, quindi, di maggiori quantità di ossigeno ai tessuti periferici.

Ricordando che la deriva cardiaca è una variazione fisiologica e avviene in tutti gli esseri umani, dai più ai meno allenati, è altresì importante sapere che soggetti allenati limitano maggiormente questo fattore e proprio l’analisi di quest’ultima diventa fondamentale per determinare il grado di allenamento della capacità aerobica dell’atleta: vediamo come si può testare tale parametro


TEST DI DISACCOPPIAMENTO AEROBICO

Il test per valutare il disaccoppiamento aerobico è molto semplice e prevede utilizzo incrociato di cardiofrequenzimetro e potenziometro.

  • Per capire maggiormente inseriamo il concetto di SOGLIA AEROBICA: intensità di esercizio alla quale il corpo produce 2 mmol/l di lattato e potrebbe mantenere tale ritmo per molte ore, evitando accumulo di lattato; questo livello sarà quello a cui verrà eseguito il test (nell’immagine sotto tale livello è rappresentato dal punto a 230 watt a 2 mmol/l)

Per trovare tale intensità serve un test diretto di accumulo del lattato o , molto più semplicemente, conoscendo la propria potenza di soglia (FTP) basterà impostare un ritmo costante tra il 55% e il 75% di tale valore; più si è allenati e più ci si sposterà sulla parte alta di questo intervallo, mediamente il 70/80% di FTP è un ottimo valore per eseguire il test.

  • Per quanto tempo bisogna testarsi a potenza costante? Minimo 1 ora, si può arrivare anche a 2 ore, nel caso in cui l’atleta sia impegnato in gare molto lunghe e necessiti di una maggiore capacità aerobica.

  • Che cosa si va a ricercare? Semplicemente di quale % la frequenza cardiaca si scosta dalla potenza tra la prima metà e la seconda metà del test

  • WKO e la maggior parte dei software analisi compiono tale rapporto autonomamente e riportano (nell’immagine valore di 1,81% sotto casella in basso a dx PW:Hr

  • Quale valore è considerato accettabile? Sotto il 5% l’atleta ha raggiunto una buona base aerobica e può passare a nuovo blocco di lavoro, più tale percentuale è bassa, meglio è; se si supera, invece, il 5% bisogna ancora insistere sulla costruzione della base aerobica

Per chi non disponesse di software di analisi è consigliabile creare 2 lap di mezz’ora l’uno (nel caso di test totale da 1 ora) ed eseguire il semplice calcolo:

  • Potenza media/FC media prima mezz’ora

  • Potenza media/ FC media seconda mezz’ora

  • Rapportare i 2 numeri ottenuti tra loro per vedere ,appunto, di quanto scartano l’uno dall’altro

Facciamo un esempio pratico:

  • P media prima mezz’ora: 190 watt

  • P media seconda mezz’ora: 190 watt

  • FC media prima mezz’ora: 150

  • FC media seconda mezz’ora: 155

  • 190/150= 1,266

  • 190/155=1,225

  • 1,266-1,225=0,041

  • 0,041/1,266= 0,032

  • 0,032*100 = 3,2%

Il dato di 3,2% dimostra l’ottima base dell’atleta

Un semplice test dal quale, però si possono trarre importanti conclusioni per programmare i cicli successivi di allenamento e ancora una volta, la dimostrazione di quanto POTENZIOMETRO e CARDIOFREQUENZIMETRO insieme siano il miglior modo per allenarsi!

Prossimo articolo vedremo cosa succede invece, quando si eleva intensità di esercizio verso e oltre la soglia anaerobica.

Indietro
Indietro

ALLENAMENTO PER LA FORZA E CICLISMO, E’ UTILE?

Avanti
Avanti

MEGLIO IL CARDIOFREQUENZIMETRO O IL POTENZIOMETRO?